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Luisa Balsamo Week: Parte III

L’ultimo mio obbiettivo raggiunto è stato sofferto al punto giusto, è stato sudato e meritato, e la mia famiglia l’ha vissuto alla stessa maniera in cui l’ho vissuto io :

“L’ultra-trail è una cosa, ma il Monte Bianco a mio avviso va ben oltre la definizione di ULTRA.

Con questo non voglio esaltare quello che ho fatto, anzi, più ci penso più mi viene la pelle d’oca per la scelleratezza di un gesto assurdo !

La mia avventura è durata 365 giorni , per l’esattezza è iniziata quando al 38°km della precedente edizione mi sono dovuta ritirare per cause indipendenti dalla mia volontà.

Quel giorno la mia delusione è stata enorme, il mio unico pensiero era riuscire a superare quella gara a tutti i costi e tutto quello che ho fatto successivamente è stato soltanto e unicamente in funzione all’UTMB 2008.

I miei allenamenti erano mirati alla montagna. Ormai l’asfalto è un lontano ricordo per me se si pensa che da circa un anno non faccio più gare su strada.

I miei sforzi fisici e mentali sono stati devoluti per questa causa, una causa da folli, da esasperati, me ne rendo perfettamente conto, ma incredibilmente affascinante, incredibilmente significativa e fortificante.

Il popolo dell’ultra-trail è un popolo diverso, si riconoscono subito e proprio per questo, a maggior ragione, mi sento attratta da loro.

Esiste forte lo spirito agonistico, ma vige in maniera unica lo spirito umano .

Parliamo di una gara da 2500 partenti e che il giorno dell’apertura delle iscrizioni ha visto esaurire le richieste nel giro di 10 minuti . Le richieste accantonate erano 8000 !!! Non sono numeri inventati, è la realtà ! Tra l’altro non è nemmeno facile iscriversi perché per farlo bisogna avere dei punteggi che si ottengono partecipando a gare inserite nella lista di quelle “qualificanti” . Le indicazioni inserite al momento dell’iscrizione vengono scrupolosamente controllate e verificate e se per puro caso non corrispondono alla verità l’iscrizione viene immediatamente annullata.

The North Face Ultra-Trail Du Mont-Blanc : 166km – 9400m di dislivello negativo e positivo . 24 località che attraversano 3 paesi : Francia – Italia e Svizzera. 46 ore il tempo limite per terminare una prova estenuante, massacrante e indescrivibile.

L’arrivo a Chamonix e i preparativi precedenti la gara non sono stati molto esaltanti, ma il mio impegno e la mia determinazione aveva un non sò che di indistruttibile e inattaccabile e dal 90°km in poi me ne sono resa conto, lo percepivo sempre di più, ogni km che facevo.

Questo era l’anno in cui nessuno, e dico nessuno, mi poteva fermare, nemmeno un cataclisma.

Quest’anno avevo tutto dalla mia parte. Mi sono allenata bene, superando momenti bruttissimi e la mia testa aveva soltanto un unico obiettivo a discapito di tutto quello che mi circondava.

E poi avevo i miei amici ! Cribbio se non mi sono stati d’aiuto ! Sono stati determinanti, unici e meravigliosi.

Avevo la forma fisica curata nei minimi particolari, anche se non l’ho saputa gestire bene sempre per lo stesso ed unico problema che mi blocca in questo genere di gare : l’alimentazione. E’ una cosa che non riesco a superare quella di mangiare in gara, ma è determinante anche se a quanto pare il mio fisico non lo vuole accettare !

La gara inizia venerdì 29/08 alle 18,30 : Conquest of Paradise di Vangelis echeggia nel cielo azzurro e un fiume in piena di 2500 pazzi scatenati iniziano la loro avventura verso l’infinito. Perché è così che definirei questa gara. Un infinito fatto di salite e discese. Si sa quando si parte ma non si capisce mai quando si arriva.

In prima fila ci sono tutti i più grandi, gli specialisti dei trail, da Marco Olmo (il quale anche se si è ritirato è e sarà sempre il più grande, il miglior ultra-trail che c’è al mondo) a Dawa Sherpa, Kilian Jornet (che alla fine trionferà alla grande) e via via tutti gli altri.

Dietro ci siamo noi, il popolo dei trail, quelli che amano soffrire, ma nello stesso tempo gioire e godere del panorama che soltanto in queste gare l’ambiente ci offre.

Sono posti indimenticabili, suggestivi ed emozionanti, e la fortuna anche per quest’anno è stata dalla nostra parte. Nemmeno una goccia d’acqua, soltanto stelle e sole, mancava soltanto la luna, ma si sa, tutto non si può avere, quindi accontentiamoci !

La notte in montagna per me era un’incognita perché lo scorso anno mi sono ritirata all’una e mezza e quindi non avevo idea di come si potesse affrontare, ma una delle caratteristiche di queste gare estreme è non conoscere mai il dopo, ma soltanto il presente, l’immediato. Quindi bisogna soltanto aspettare e assaporare tutto quello che ci viene offerto.

Lo spettacolo è all’altezza della nostra immaginazione : splendido ! Il cielo stellato che sembra un tutt’uno con le cime delle montagne e che ti sembra di poter toccare con un dito (sembra una frase fatta ma è proprio così ). Il rumore dei ruscelli nel silenzio della notte accompagnato da quello dei bastoncini che toccano nervosamente il terreno in cerca di un appiglio o di un sostegno che spesso è più morale che fisico.

In questa maniera scivola via la notte senza che la fatica ti faccia compagnia, a pensarci oggi è proprio così, magari in quei momenti urlavo per la stanchezza, ma oggi non ricordo più nulla.

Le stelle all’improvviso scompaiono esattamente come quando a teatro lo scenario viene cambiato in un attimo, ed al loro posto si sostituisce un cielo rosa che illumina delicatamente le montagne e tutto quello che le circondano.

La neve dei ghiacciai sembra panna e queste immense montagne invece di mettere ansia sembrano quasi abbracciarti in segno di protezione.

In questi momenti la fatica scompare e non pensi proprio che sei arrivato a dodici ore di corsa con una notte passata in bianco. Assapori tutto quello che ti si presenta e cerchi di registrare tutto in maniera da non dimenticare nulla.

Devo dire che questa prima parte l’ho corsa quasi tutta per intero insieme a Ferdinando e Mimmo, miei fedeli compagni d’avventura, almeno sino all’ascesa del Col de la Seigne (2516m), poi loro hanno allungato il passo ed io sono rimasta sola in compagnia del silenzio.

A Courmayeur , dopo aver apprezzato l’alba all’interno di una splendida valle mi ricongiungo di nuovo con i ragazzi. Il tempo di cambiarci e di mangiare qualcosa e poi si riparte verso il Rifugio Bertone (1989) ed il Rifugio Bonatti (2020). A quel punto per un improvviso impegno mi stacco convinta di raggiungerli ad Arnuva, ma da lì in poi per me diventerà un autentico calvario intervallato da meravigliosi frammenti di allegria e festa.

Ad Arnuva (1769m) finalmente (dopo averlo sognato per tutta la notte) incontro Sara, Enrico, Sandro, Chiara e il meraviglioso Nichi, i miei amici del forum di “maratoneti.com”, ai quali non dico assolutamente che già comincio ad accusare nausea, anzi, il loro volto e la loro allegria (sebbene non appena mi hanno vista non avevano molte parole…..) mi hanno tirato sù il morale. Il tempo di qualche foto e qualche scambio di parole e poi via verso il Grand Col Ferret (2537m) al quale però arriverò soltanto dopo due ore e mezza perché la crisi implacabile arriva puntuale.

Per cercare conforto e consigli chiamo Mimmo, il quale poveretto anche lui si trovava nelle medesime condizioni ! Mi consiglia di stare ferma, riposare e ripartire dopo un po’.

Puntuale arriva la telefonata del Principe (sollecitato immediatamente da Mimmo terrorizzato da un mio possibile gesto inconsulto …) il quale esordisce in questa maniera : “ Non crederai mica di ritirarti vero ? Non ti sognare di farlo ! Aspetta un po’ e riparti ! “.

Ma la mia testa aveva già deciso, a prescindere dai consigli degli amici, io dovevo andare avanti a tutti i costi e nulla mi avrebbe fermata !

Da questo momento in poi con calma riprendo la gara cercando il ritmo sino ad allora tenuto, ma purtroppo non appena aumentavo la nausea si ripresentava, quindi con calma e pazienza mi assesto ad un ritmo inferiore aspettando di sentirmi meglio.

In tutto questo un ragazzo di Brescia di nome Gigi mi chiede di aiutarci a vicenda tirando un po’ per uno sino al traguardo.

Bon, ho pensato ! Almeno non sono sola e posso parlare con qualcuno !

166km sono lunghi sia da correre che da raccontare !!!

Intanto siamo arrivati a La Fouly (1593m) dove lungo il percorso finalmente ho conosciuto Vera (un’altra amica di maratoneti.com) ! Cavolo, era più tesa ed emozionata di me ! Incredibile come un forum possa generare tanta amicizia ! Devo dire in tutta sincerità che insieme a lei sono riuscita a dimenticare quanta fatica avevo in corpo e con lei sono riuscita a tornare spensierata come lo ero all’inizio.

Finalmente abbiamo potuto parlare del più e del meno e ci siamo conosciute per quel poco che potevamo !

E’ stata una santa, è arrivata con noi sino alla salita verso Champex e poi da sola è tornata indietro ed io mentre salivo con Gigi verso Praz de Fort e poi Champex pensavo a lei da sola che tornava indietro verso la macchina !

(si continua domani!!)

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