Pescara 70.3, versione 2015
IM 70.3 Pescara sarebbe la prima gara importante per me andando verso IM Barcelona ad ottobre. La volevo usare per calibrare i miei allenamenti e capire se stavo andando nella direzione giusta. Ero molto contenta di andare a Pescara per più motivi. Primo, perché Piero sarebbe venuto dalla Puglia in macchina e dopo la gara saremo andati insieme alla casa al mare per dieci giorni. Non proprio una vacanza ma quasi. Secondo, avevo diversi amici che gareggiavano la distanza del mezzo Ironman per la prima volta ed era bello vedere la loro felicità.
La mattina della gara Piero and Evan sono rimasti a letto mentre mi preparavo. Ho fatto colazione e poi ho preso un passaggio in macchina alla partenza da Lucia e Giuseppe. Avevo già fatto il check-in della bici, dovevamo solo trovare un buon parcheggio. Siamo andati alla transizione per mettere le boracce sulla bici, controllare le gomme (Lucia aveva già bucato!) e riguardare per sicurezza le sacche della T1 e T2. Dopo tutti i controlli potevamo rilassarci e andare a prendere un buon caffè.
Guardavo le previsioni del tempo negli ultimi dieci giorni e si prevedeva una giornata davvero difficile per tutti. Trentacinque gradi è un disastro per una gara che inizia alle ore 12.00. Dopo il caffè siamo stati al bar all’ombra il più lungo possibile. L’acqua di mare era calda verso la riva e gli arbitri FITRI avevano vietato la muta ai PRO. Nuoto bene senza muta (sederone incredibilmente galleggiante!) ma sentivo mormore fra gli age group che tutti avrebbero nuotato con la muta. Ho pensato che sicuramente fuori le barriere l’acqua era più fredda e non sarei bollita nel neoprene, così anch’io ho optato per la muta.
Mi sentivo fiduciosa entrando in acqua. Devo questo al nuovo allenatore di nuoto della squadra Avia Pervia, coach Andrea Ferretti. Quest’anno ci ha dato tanta attenzione e ha riaccesso quella scintilla che mancava ai nostri allenamenti. Per i primi 400 metri c’è stato troppo affollamento ma poi sono riuscita a tirarmi fuori dalla mischia a nuotare meglio. Dopo la prima boa e nuotando paralelle alla riva c’erano della onde lunghe e avevo paura di soffrire il mal di mare. Ho cercato di stare calma e pensare alla mia tecnica…sembrava funzionare. Una volta raggiunta l’ultima boa grande ci hanno raggiunto i primi maschi. Non per essere scortese ma ad uno gli ho dato un calcio forte perché cercava di nuotarmi sopra. Troppo testosterone!
Tempo frazione nuoto: 1° del mio age group in 37:47 – Huzzah!
Nuoto andando verso #IMBarcelona: continuerò a fare quello che sto facendo, aumentando la distanza una volta alla settimana per sentirmi a mio agio con 4km.
Quest’anno Ironman® ha introdotto in Italia le sacche in transizione. Le conoscevo dalle volte che ho gareggiato all’estero, ma significava dover scegliere in che momento indossare le scarpe per la bici. Potevo metterle nella sacca T1 e poi correre sino alla bici con le scarpe ai piedi oppure metterle già sui pedali, cosa che non avevo mai fatto. Le transizioni erano veramente lunghe, 750 metri circa. Sapevo che sarebbe stato duro correre con le scarpe per quasi 1km, ma non avevo mai provato a mettere le scarpe a volo sulla bici. Ho optato per una lezione rapida e improvvisata e devo dire è andata bene. Non sono caduta e ho risparmiato qualche minuto.
Non ho nessuna fotografia della frazione bici, così non posso far vedere i forti venti contrari che abbiamo dovuto affrontare per la maggior parte della gara. Ho visto tre biciclette volare via quando il vento tirava laterale. Ho anche visto più di un atleta a terra e con assistenza medica presi da colpi di calore. E ‘stato un piccolo disastro. Io ho seguito la mia strategia già pianificata: pedalare facile ma costante in salita, sfruttare le discese, mangiare di più nella prima parte.
Ad ogni ristoro prendevo una boraccia d’acqua e mi bagnavo testa e corpo. Prendevo subito altri due da bere. Ho dovuto continuamente ricordare di mangiare e bere. So che sembra strano ma ero così concentrata guidare la bici e salvarmi dai colpi di vento che spesso mi dimenticavo.
BIKE: 03:35:26
Andando verso #IMBarcelona: sono soddisfatta ma ho ancora bisogno di capire come nutrirmi meglio in bici. C’è qualcosa che non mi quadra ancora. Nei prossimi mesi far un po’ di sperimenti durante i lunghi.
Sempre felice di arrivare a T2 (due terzi finito!), ma quando sono scesa dalla bici volevo morire. Il caldo era opprimente e quando ho iniziato a correre sentivo un po’ di nausea. Così, ho camminato. Ho camminato molto e, come con tutte le mie gare, mi sono ricordata che questo doveva essere “divertente” e potevo arrivare con calma. L’importante era sentirmi bene. Il ristoro era postato al secondo chilometri e la prima cosa che ho fatto era di versare acqua in testa. Ho preso una spugna ghiacciata e l’ho messo dentro il body per raffreddarmi. Ha funzionato per cinque minuti!
Per 21km ho fatto ogni gioco mentale possibile. Correre tre minuti, camminare uno. Correre un chilometro intero (zero successo). Cento passi di corsa e cinquanta di camminata. Molti atleti camminavano ma molti altri stavano bene e hanno corso sempre. In ogni caso c’è stato un DNF di 10% dei partenti.
Sul lato ovest dei quattro giri di corsa ho spiato una fontana cittadina fra dei cespugli e quando ho aperto il rubinetto l’acqua che usciva era ghiacciata! Ho messo la testa sotto l’acqua e sentivo brividi lungo la schiena. Mi sono rialzata trovando una fila di atleti impazienti a provare pure loro. Questa fontana ha sicuramente salvata un po’ la mia gara perché ad ogni giro ripetevo lo stesso gesto per rinfrescarmi. Dopo mi sentivo più sveglia e pronta per affrontare il giro successivo.
Ad ogni ristoro ho cercato di mangiare e bere qualcosa. Ad un certo punto ho provato pure la Red Bull (troppo frizzante) e negli ultimi dieci chilometri sono andata a Coca-Cola. Provai a parlare con altri atleti ma nessuno sembrava in vena di chiacchiere. Forse nemmeno io, anche se mi sono trovata ad un certo punto a parlare ad alta voce da sola. Pazza! Poi all’improvviso la gara era finita …
RUN: 02:41:37
Andando verso #IMBarcelona: Considerando che non avevo corso più di dieci chilometri da un anno dovrei essere contenta. Sono contenta! Piero mi ricorda che il mio ginocchio è meglio di un anno fa e che tutto sta andando benissimo. Ricordalo Julia, tutto bene…
Tempo finale: 7:05:54 Ho trovato subito famiglia ed amici ad aspettarmi all’arrivo e Piero ha scattato una foto di me con la medaglia.
Sono andata a fare la doccia subito e mettermi dei vestiti asciutti. Ho provato a mangiare qualcosa ma ancora non avevo appetito. Abbiamo dovuto rimanere in zona perché ho visto che ero andata a podio nel mio age group! Dalla foto si vede benissimo quali due sono le fantastiche europee e qual’è la hippie californiana degli anni 70 …
Ho fatto una settimana completa di vacanza dagli allenamenti, felice di fare solo passeggiate e bagni nel mare. Sono tornata ad allenarmi in modo regolare ora con una traccia degli allenamenti da qui a ottobre quando parto per Bar-ce-Lona! Non vedo l’ora!