Resilienza sportiva
Allora, il piano era questo: sarei andata a gareggiare un Olimpico a Cesenatico per testare le acque del mare Adriatico prima di Ironman Cervia. Il giorno dopo avrei gareggiato una mezza maratona, facendo così un bel weekend carico di chilometri. In questo modo avrei anche potuto passare un fine settimana con la mia famiglia prima dell’inizio dell’anno scolastico. Era tutto programmato da tempo, tutto pronto. Sapete già che non andrà a finire così, vero?
Appena mi sono iscritta alle due gare mi sono reso conto che erano programmate nella stessa giornata di domenica. (fuck. non chiedere come ho fatto…). Dopo tre calci nel sedere e numerose parolacce (tutte rivolte a me, da sola) ho deciso che il triathlon sarebbe stato più utile come allenamento e ho regalato il pettorale della mezza ad un’amica.
Mezz’ora dopo mio figlio si è ricordato che aveva prenotato per un concerto in città con due amici. Essendo ancora giovane, è stato deciso che sarei andata alla gara da sola. Per fortuna ho saputo che gareggiava anche una mia amica e ho potuto spostare la prenotazione alberghiera per stare con lei.
Fin qui, tutto normale.
Domenica mattina quando mi sono svegliata sentivo già il rumore della pioggia che batteva forte sulla finestra della camera. Abbiamo mangiato colazione e uscendo per andare alla zona cambio si è intensificata. C’erano (pochi) atleti in fila aspettando di entrare nella zona di transizione e ad un certo punto hanno avuto ordine di uscire perchè tirava troppo vento e le biciclette volavano. Alle 9:00 l’organizzazione ha comunicato che il triathlon sarebbe stato trasformato in duathlon, togliendo il nuoto ed un giro di bici. Uomini maturi e tatuati per l’occasione sono tornati a casa con la coda fra le gambe, preferendo una cioccolata calda sul divano. Io e l’amica abbiamo deciso di partire con la prima frazione di corsa per poi vedere cosa sarebbe successo. Il bello di una gara è che ti puoi fermare in qualsiasi momento ed il mondo non crolla.
La gara in sè non ha momenti salienti da raccontare. Per me è stato importante gareggiare comunque, un allenamento della resilienza nell’avversità della tempesta. Ed ecco che arrivo al punto di questo racconto.
Assisto atleti che seguono allenamenti personalizzati per migliorare i propri tempi di corsa (ogni distanza!) oppure per provare nuove esperienze sportive come il triathlon. Spesso lavorano duramente per molti mesi aspettando che poi il giorno della gara arrivi magicamente il tempo cronometrico sognato, come se fosse una seguenza matematica. “Se faccio 1 + 1 + 1 in allenamento il giorno della gara avrò 3.” Ma forse il bello dello sport è proprio questo, la sua imprevedibilità. Parti allo sparo e scopri che il percorso non è così facile come pensavi. Oppure, invece di una giornata perfetta e fresca è arrivata quella settimana un’ondata di caldo. O una bufera di neve. Sono comunque circostanze fuori dal nostro controllo. Ma vale la pena vivere l’esperienza comunque, adattandosi alle circostanze ed arricchendosi per la prossima avventura.