Zell am See 70.3 – Part II
Torniamo al racconto di Zell am See 70.3…
La mattina della gara ho sbirciato fuori dalla finestra e ho visto il cielo grigio con pioggia. Tanta pioggia. Siamo scese per la colazione, parlando con gli altri triatleti che soggiornavano nell’albergo. Abbiamo bevuto il nostro caffè e parlato di cosa indossare in bici. Molti volevano vestirsi molto, ma io non ero sicura. Io e Lucia siamo andate verso la partenza sotto un ombrellone gigante. Il movimento e le chiacchiere aiutavano a calmare i nervi. La partenza per i professionisti era fissata per le 10:00 e le donne alle 10.25, così avevo un sacco di tempo per la preparazione. Prima ho inserito i miei occhiali da vista nella borsa T2. Posso andare in bici senza ma non correndo a piedi. Ho trovato la mia bici, tolto il telo, poi ho sgonfiato le gomme un po’ in modo da avere più presa sulla strada bagnata. Poi sono andata ad aspettare nel caos …
Mentre aspettavamo la pioggia si è fermata e avevo caldo. Così ho deciso che per la frazione bici di mettermi una maglietta leggera, una giacca anti-pioggia leggera, guanti e una fascia per le orecchie. Siamo andate a vedere la partenza dei Pro, poi è arrivato il momento per mettermi in fila.
Ho preso un gel e mi sono messa in posa per una foto. Mi sentivo nervoso e calma allo stesso tempo. Cominciò a piovere di nuovo mentre entravo in acqua.
E’ stata una partenza “in acqua “; molto meglio di quando tutti corrono dalla riva e si buttano in acqua. L’acqua era fredda , ma la sentivo bene . Il percorso era un triangolo e come al solito sono partita in fondo al gruppo. Mi piace avere spazio intorno e non dover lottare con le prime. Il primo tratto era 800 metri dritto. Ho cercato di rimanere rilassata e nuotare verso la boa . Ad un certo punto mi sono imbattuta in un ragazzo con una cuffia gialla dal gruppo prima del nostro che avevano iniziato cinque minuti prima. Mi sono fermata e gli ho chiesto se stava bene , lui annuì e proseguì. Poi ho trovato un altro , e un altro … a quel punto pensai che forse stavo solo nuotando bene . Sono andato fuori rotta dopo quella prima boa ma ho trovato la via giusta dopo una trentina di secondi e ho cercato di individuare le ultime boa . Ho cercato di andare in scia ma nessuno sembrava nuotare dritto e andavo avanti da sola. Quando finalmente sono uscita fuori dall’acqua dopo 40 minuti ho sentito l’altoparlante chiamare il mio nome, annunciando che ero seconda nel mio age group – YAY!
Tempo frazione nuoto – 40:29
A T1 ho trovato la mia borsa subito, ma mentre andavo verso la tenda mi sono resa conto che non c’era spazio sufficiente per tutti e avrei perso troppo tempo a cercare un posto dove cambiarmi. Così come centinaia di altri atleti, ho dovuto farlo fuori, sotto la pioggia. Ho avuto difficoltà a mettere i calzini bagnati sui piedi bagnati. Avrò impiegato due minuti solo per quello…Ho messo il casco e poi ho cercato di infilarmi la maglietta a maniche lunghe…che non andava! Ma non volevo perdere altro tempo e decisi di andare solo con la giacca. Quindi: fascia, giacca leggera, manicotti, guanti, ed i miei nuovi occhiali anti pioggia color ambra.
Ho trovato la bici e poi ho corso nel fango per circa 500 metri prima di salirci sopra. Pioveva forte e cercavo solo di arrivare alla strada principale senza scivolare o cadere, come avevo già visto altri atleti fare . Il percorso in bici era due volte il giro del lago con un pezzo in collina verso il sud. Ha piovuto quasi sempre. Qualche volta si fermava per cinque minuti, ma poi dopo si riprendeva ancora più forte. Sentivo l’acqua nelle scarpe, ci sguazzavo dentro. Non ho mai avuto freddo, ero solo preoccupata di scivolare o aver problema nel guidare nei fiumi di acqua. Ho mangiato regolarmente e quando dopo il primo giro ho visto che il mio tempo era buono (per me) ho solo cercato di replicarlo. Mi sono sentita super felice quando ho visto che finivo in tempo record e sicuramente era il momento in cui iniziai a sorridere come una pazza. Sono arrivata a T2, ho lasciato la bici, trovato la mia borsa e sono andata nella tenda per cambiarmi dove questa volta c’era spazio. Uno dei volontari mi ha aiutato a cambiare le scarpe e mi ha chiesto cosa mi serviva dalla mia borsa. Le ho detto quanto aveva piovuto. “Ha piovuto anche lo scorso anno così, e se torni l’anno prossimo pioverà di nuovo… ” Buono saperlo!