Sono a New York questa settimana. E ‘una città che adoro non solo perché ha tanto da offrire o perché è veramente “la città che non dorme mai”. Io adoro New York City perché è qui che mi sono innamorata della corsa
Da ragazza in California ero sempre molto attiva e mi piace fare tutti gli sport all’aperto. andavo in bicicletta sino alla spiaggia, nuotavo nell’oceano con temperature polari, facevo escursioni sulle montagne e nelle foreste intorno alla casa a Marin County. Quando mi sono trasferito in Italia dopo l’università ho dovuto fare radicale cambio di stile di vita. Ho scambiato una vita sana all’aria aperta con l’architettura rinascimentale e una gratificazione gastronomica. Amavo ancora fare sport ma la maggior parte delle mie attività erano in palestra con corsi di ginnastica e passeggiate in bicicletta girando per la città.
Poi nel 1987 mi è stato chiesto di lavorare per un’agenzia di viaggi ed accompagnare un gruppo di “turisti” per una settimana a New York. Sono arrivato in aeroporto per trovare cinquanta italiani in tute da ginnastica. Andavano tutti a correre la maratona di New York. La domenica della gara avevo un pass VIP per l’arrivo e sono andata a vedere gli atleti elite. Dopo aver applaudito i primi tre del podio, sono tornata indietro sul percorso per andare verso il mio albergo. Solo che al 25° km all’angolo di 5th Avenue e Central Park South rimasi per cinque ore. Non riuscivo venire via. Mi sentivo assolutamente ispirata e ipnotizzati dai maratoneti, mentre vedevo in loro ogni emozione in quest’ultimo chilometro. Alcuni avevano enormi sorrisi sul volto mentre altri dovevano scavare in profondità per trovare le riserve energetiche ed emozionali per spingerli fino al traguardo. Ricordo distintamente che il mio pensiero fu: “se io sento queste emozioni solo a guardarli, non riesco ad immaginare come deve essere correre…”
Tre anni dopo ho corso la mia prima maratona a New York. Questa domenica partecipo alla mia 34° maratona, la decima a New York. Sento ancora lo stesso entusiasmo essere qui a New York, ma ancora più importante sento sempre lo stesso sentimento positivo a correre. Dico sempre agli atleti che alleno che ci deve essere un collegamento emotivo positivo alla corsa o diventa difficile mantenere l’abitudine a lungo. Corro da più di venti anni e ho devo ringraziare i partecipanti della NYCM ’87 per questo!
Sono d’accordo….la testa e i pensieri positivi sono molto più importanti dell’allenamento stesso!!!
Ciao Elena